[dropcaps type=’normal’ font_size=’50’ color=’#fff’ background_color=’#262e45′ border_color=”]I[/dropcaps]n occasione della regata romana del 1879 i Reali presero posto in un padiglione eretto a ridosso della Casina dei Canottieri del Tevere. L’aristocrazia e le varie rappresentanze della borghesia usufruirono di palchi collocati sulla riva di fronte, ai Prati di Castello, “ove tutte le distinzioni del censo e della nobiltà” trovarono comoda sistemazione. Le rive del fiume erano guarnite con le bandiere nazionali e municipali e con gli stemmi delle città italiane.

Alle sei del pomeriggio giunse Re Umberto I, accompagnato dalla Regina Margherita e dal principe di Napoli Vittorio Emanuele, salutati dall’inno reale, dagli applausi della folla accalcata sulle due rive e dalla salva del cannoncino di regata piazzato sul cutter del Circolo. Dopo la regata il Re, la Regina e l’erede si trasferirono dal padiglione all’attigua Casina “molto acconciamente ed elegantemente addobbata” (come la descrive il quotidiano Il Popolo Romano nella rubrica “Eco delle Regate”), ove furono ricevuti dal presidente Guglielmo Grant, dai soci Principi Onorato Gaetani, Ladislao Odescalchi e Leopoldo Torlonia.

Durante il “divertimento” (la parola è del giornalista del tempo, evidentemente usata in senso di ricevimento) furono serviti alle LL. MM. e al seguito rinfreschi con `quella elegante e squisita finezza” che distingueva la rinomata pasticceria Nazzari di Piazza di Spagna, fornitrice della Real Casa.


Testi estratti dal libro “Storia di remi di vele e di passioni. Il Reale Circolo Canottieri Tevere Remo da Porta Pia al Terzo Millennio”, di Bruno Delisi, Pieraldo Editore