Pianoforte: Anastasia Gromoglasova

Programma svolto:
– SCHUMANN (1810-1856): Kreisleriana, op.16 (Phantasien fur das Pianoforte)
– M. RAVEL (1875-1937): “Miroirs”

Tutte le volte che abbiamo portato un pianista russo nel nostro salone, il pubblico ne è rimasto elettrizzato. La prima volta fu nel lontano 1992 con il quasi anziano Naum Schtarkman: con un programma ad effetto per varietà e difficoltà dei pezzi ed anche una gestualità vigorosa e spettacolare, lasciò l’uditorio stupefatto e ammirato. L’ultima volta è stato lo scorso ottobre con il giovanissimo Aleksandr Tiumentsev, che ha trascinato gli ascoltatori ad una “standing ovation” finale.
Visto il successo, abbiamo continuato ad esplorare il filone della scuola russa con questa trentenne dalla mano felicissima che ci ha proposto un concerto diviso in due parti di pari dimensioni, ma di stili diversi anche se ugualmente complessi.
Nella prima parte abbiamo avuto il miglior Schuman, con gli otto pezzi della Kreisleriana che l’autore considerava il suo più riuscito ciclo per pianoforte: i brani dispari (dal primo al settimo) visionari ed esaltati, i brani pari (salvo l’ottavo anch’esso vivace) più malinconici. Un vero autoritratto musicale della complessa psicologia del musicista tedesco. E poi il Ravel di “Miroirs”, letteralmente Specchi ma sarebbe meglio dire Riflessi, che con la sua tipica raffinata scrittura impressionista descrive, dipinge le situazioni suggerite nei titoli dei cinque brani (farfalle notturne, uccelli tristi, una barca sull’oceano ecc.). E come per l’impressionismo nella pittura, che dapprima sorprese e poi fu universalmente apprezzato e ammirato, così l’impressionismo musicale di Ravel è rapidamente diventato “mainstream”, chiunque potendo godere delle sapienti pennellate di lievi note, capaci, come poche altre forme di arte, di evocare e restituire magistralmente ambienti e stati d’animo.